farmacia
e urgenze:
facciamo un po'
di chiarezza
un progetto

Nella scorsa puntata abbiamo visto come la farmacia territoriale stia attraversando una trasformazione profonda, passando da semplice punto di dispensazione del farmaco ad un vero e proprio presidio sanitario di prossimità.
Ma perché questa rivoluzione abbia un impatto concreto sulla salute pubblica, è necessario andare oltre la mera definizione e calare la stessa nella pratica quotidiana.
In questa puntata vogliamo, quindi, affrontare un tema che tocca da vicino il ruolo delle Farmacie nella sanità territoriale: un ruolo spesso travisato, ma oggi più che mai cruciale.

La farmacia può essere considerata un luogo per la gestione delle urgenze?
Durata dell'episodio: 7 minuti
Partiamo da un fatto di cronaca che ha profondamente colpito il mondo delle Farmacie e ha attirato l’attenzione di molti su alcune tematiche delicate che sono state per molto tempo silenziose.
Un uomo di 65 anni si è recato in una farmacia in provincia di Como per sottoporsi a un elettrocardiogramma a causa dell’avvertenza di alcuni sintomi. Purtroppo, mentre attendeva il referto, costui si è improvvisamente accasciato: il personale ha prontamente avviato le manovre di rianimazione, ma purtroppo l’uomo non è sopravvissuto.
Un uomo di 65 anni si è recato in una farmacia in provincia di Como per sottoporsi a un elettrocardiogramma a causa dell’avvertenza di alcuni sintomi. Purtroppo, mentre attendeva il referto, costui si è improvvisamente accasciato: il personale ha prontamente avviato le manovre di rianimazione, ma purtroppo l’uomo non è sopravvissuto.
Senza entrare troppo nella dinamica di quanto accaduto, questa tragedia ha riacceso un dibattito che riguarda da vicino chi opera ogni giorno nella sanità territoriale: qual è il vero ruolo delle strutture di prossimità nella gestione quotidiana della salute?
Il punto è chiaro e urgente: le farmacie, le parafarmacie, gli studi medici e tutte le realtà che si occupano di salute sul territorio sono centri fondamentali per la prevenzione, ma non per la gestione delle urgenze.
Partiamo da un dato noto a tutti: secondo recenti indagini, i tempi medi per un esame cardiologico all’interno del sistema sanitario nazionale superano in molte regioni i 70 giorni.
Partiamo da un dato noto a tutti: secondo recenti indagini, i tempi medi per un esame cardiologico all’interno del sistema sanitario nazionale superano in molte regioni i 70 giorni.
Di fronte a queste attese, sempre più cittadini si rivolgono, quindi, alla propria Farmacia per effettuare esami come l’elettrocardiogramma, spinti, da una parte, dalla fiducia nel farmacista, e, dall’altra, dalla vicinanza e comodità. Questo comportamento, però, rischia di generare un’ambiguità pericolosa: la Farmacia non è - e non deve essere vista come - un’alternativa al pronto soccorso.
La Farmacia è, innanzitutto, un luogo di dispensazione e fornitura di qualunque medicinale e un luogo di prevenzione.
Come noto, la stessa non è, infatti, attrezzata né formata per la gestione delle urgenze, e non lo deve essere. Pensare il contrario significherebbe non solo caricare i farmacisti di una responsabilità impropria, ma anche esporre i cittadini a pericolose aspettative.
Come noto, la stessa non è, infatti, attrezzata né formata per la gestione delle urgenze, e non lo deve essere. Pensare il contrario significherebbe non solo caricare i farmacisti di una responsabilità impropria, ma anche esporre i cittadini a pericolose aspettative.
La Farmacia è, innanzitutto, un luogo di dispensazione e fornitura di qualunque medicinale e un luogo di prevenzione. Come noto, la stessa non è, infatti, attrezzata né formata per la gestione delle urgenze, e non lo deve essere. Pensare il contrario significherebbe non solo caricare i farmacisti di una responsabilità impropria, ma anche esporre i cittadini a pericolose aspettative.
Ad esempio, quando un cittadino entra in Farmacia per fare un controllo, deve avere la consapevolezza di trovarsi in un presidio sanitario di prossimità e non in un centro di emergenza.
E questo vale per tutte le realtà territoriali che offrono servizi di salute, come ad esempio, parafarmacie, termal spa e ambulatori.
In questo scenario, gli eventi di screening diventano un’opportunità concreta sia per queste strutture sia per la comunità locale.
Ad esempio, quando un cittadino entra in Farmacia per fare un controllo, deve avere la consapevolezza di trovarsi in un presidio sanitario di prossimità e non in un centro di emergenza. E questo vale per tutte le realtà territoriali che offrono servizi di salute, come ad esempio, parafarmacie, termal spa e ambulatori. In questo scenario, gli eventi di screening diventano un’opportunità concreta sia per queste strutture sia per la comunità locale.
Naturalmente, l’apporto di tali servizi nei presidi sanitari di prossimità non desidera “sostituire” la fondamentale funzione dei centri ospedalieri, bensì intercettare a beneficio, appunto, della comunità locale eventuali segnali di rischio prima che gli stessi diventino emergenza.
Tutto ciò con l’intenzione di accompagnare il cittadino in un percorso informato e valorizzare il ruolo del farmacista come facilitatore della salute, non come medico d’urgenza.
Tutto ciò con l’intenzione di accompagnare il cittadino in un percorso informato e valorizzare il ruolo del farmacista come facilitatore della salute, non come medico d’urgenza.
Naturalmente, l’apporto di tali servizi nei presidi sanitari di prossimità non desidera “sostituire” la fondamentale funzione dei centri ospedalieri, bensì intercettare a beneficio, appunto, della comunità locale eventuali segnali di rischio prima che gli stessi diventino emergenza. Tutto ciò con l’intenzione di accompagnare il cittadino in un percorso informato e valorizzare il ruolo del farmacista come facilitatore della salute, non come medico d’urgenza.
Gli screening di prevenzione possono essere effettuati con strumenti semplici, sostenibili e a basso impatto economico. Possono essere organizzati senza grandi investimenti, con dispositivi validati e refertazione specialistica. Così facendo, si tutela anche il farmacista: chi interpreta l’esame non è, infatti, il farmacista ma un medico specialista.
Gli screening di prevenzione possono essere effettuati con strumenti semplici, sostenibili e a basso impatto economico. Possono essere organizzati senza grandi investimenti, con dispositivi validati e refertazione specialistica.
Così facendo, si tutela anche il farmacista: chi interpreta l’esame non è, infatti, il farmacista ma un medico specialista.
Cardiovascolare, respiratorio, dermatologico, visivo:
ogni ambito della prevenzione trova spazio in una farmacia ben organizzata.
Ogni evento è un’occasione per costruire fiducia,
informazione e responsabilità.
Cardiovascolare, respiratorio, dermatologico, visivo:
ogni ambito della prevenzione trova spazio in una farmacia ben organizzata.
Ogni evento è un’occasione per costruire fiducia,
informazione e responsabilità.
Dunque, qual è il messaggio
che vogliamo lasciarvi oggi?
Se desideriamo che la sanità di prossimità sia reale e venga percepita nel modo giusto dalla cittadinanza, serve prima di tutto una cultura chiara del ruolo di ciascun attore:
la Farmacia non può e non deve diventare un pronto soccorso, ma può essere il primo presidio per costruire consapevolezza, monitoraggio e prevenzione.
