La rivoluzione
silenziosa delle
“farmacie
territoriali”
un progetto

Negli ultimi anni, il ruolo della farmacia è andato ben oltre la mera dispensazione del farmaco. Sempre più spesso, la farmacia viene riconosciuta come presidio sanitario di prossimità, un punto di riferimento per i cittadini nel cuore delle comunità. Un cambiamento radicale, che apre scenari importanti ma impone anche riflessioni serie dal punto di vista normativo e legale, formativo e pratico.

La portata concreta
della qualificazione
delle Farmacie quali
“presidi sanitari
territoriali”
Durata dell'episodio: 7,5 minuti
Fino a non molto tempo fa, la figura del farmacista era percepita principalmente come “venditore specializzato” di medicinali. Oggi, invece, il farmacista si sta trasformando in un vero e proprio consulente sanitario, capace di offrire una pluralità di servizi sanitari ai cittadini.
Fino a non molto tempo fa, la figura del farmacista era percepita principalmente come “venditore specializzato” di medicinali. Oggi, invece, il farmacista si sta trasformando in un vero e proprio consulente sanitario, capace di offrire una pluralità di servizi sanitari ai cittadini.
In farmacia, infatti, è ormai possibile eseguire una vasta gamma di esami e screening: elettrocardiogrammi, holter pressori e cardiaci, misurazione della glicemia e del colesterolo, test antigenici e tamponi, solo per citarne alcuni. A questi si affiancano le campagne vaccinali, esplose durante la pandemia, che hanno visto oltre 2.500 farmacie italiane coinvolte attivamente nella somministrazione di vaccini anti-COVID e antinfluenzali.
In farmacia, infatti, è ormai possibile eseguire una vasta gamma di esami e screening: elettrocardiogrammi, holter pressori e cardiaci, misurazione della glicemia e del colesterolo, test antigenici e tamponi, solo per citarne alcuni. A questi si affiancano le campagne vaccinali, esplose durante la pandemia, che hanno visto oltre 2.500 farmacie italiane coinvolte attivamente nella somministrazione di vaccini anti-COVID e antinfluenzali.
Uno dei punti di forza del sistema farmacia in Italia è la sua straordinaria diffusione sul territorio. Secondo i dati Federfarma 2024, nel nostro Paese operano più di 20.000 farmacie, di cui ben 7.200 in comuni con meno di 5.000 abitanti. L’Osservatorio sulla Farmacia dei Servizi rileva inoltre che il 75% della popolazione vive a meno di 1 km da una farmacia, percentuale che supera il 90% nei centri urbani. Questo rende le farmacie nodi ideali per l’assistenza di prossimità, anche in risposta al fenomeno della “desertificazione sanitaria”.
Uno dei punti di forza del sistema farmacia in Italia è la sua straordinaria diffusione sul territorio. Secondo i dati Federfarma 2024, nel nostro Paese operano più di 20.000 farmacie, di cui ben 7.200 in comuni con meno di 5.000 abitanti. L’Osservatorio sulla Farmacia dei Servizi rileva inoltre che il 75% della popolazione vive a meno di 1 km da una farmacia, percentuale che supera il 90% nei centri urbani. Questo rende le farmacie nodi ideali per l’assistenza di prossimità, anche in risposta al fenomeno della “desertificazione sanitaria”.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta un’occasione per consolidare il ruolo delle farmacie nel sistema sanitario. La Missione 6 del PNRR, dedicata alla Salute, prevede interventi per rafforzare la sanità territoriale e la digitalizzazione dei servizi, riconoscendo le farmacie (soprattutto quelle rurali, ma non solo) come partner strategici.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta un’occasione per consolidare il ruolo delle farmacie nel sistema sanitario. La Missione 6 del PNRR, dedicata alla Salute, prevede interventi per rafforzare la sanità territoriale e la digitalizzazione dei servizi, riconoscendo le farmacie (soprattutto quelle rurali, ma non solo) come partner strategici.

Nel dettaglio, il PNRR sostiene l’erogazione di screening e test rapidi, la telemedicina, la vaccinazione in farmacia, il supporto all’aderenza terapeutica, e l’accesso semplificato ai servizi digitali come prenotazioni CUP e consultazione del Fascicolo Sanitario Elettronico.
Ma come si sta gestendo questo passaggio da Farmacia come mero luogo di dispensazione del farmaco a farmacia dei servizi? Quali sono le basi giuridiche e organizzative che stanno guidando questo processo?
Nel dettaglio, il PNRR sostiene l’erogazione di screening e test rapidi, la telemedicina, la vaccinazione in farmacia, il supporto all’aderenza terapeutica, e l’accesso semplificato ai servizi digitali come prenotazioni CUP e consultazione del Fascicolo Sanitario Elettronico.
Ma come si sta gestendo questo passaggio da Farmacia come mero luogo di dispensazione del farmaco a farmacia dei servizi? Quali sono le basi giuridiche e organizzative che stanno guidando questo processo?

La trasformazione delle farmacie in presidi sanitari territoriali vede il suo primo passo legislativo con la Legge 18 giugno 2009, n. 69, che ha introdotto il concetto di “Farmacia dei Servizi”, ampliando il ruolo delle farmacie all’interno del Servizio Sanitario Nazionale.
Il successivo D.lgs. 153/2009 ha definito con maggiore dettaglio le nuove funzioni: assistenza domiciliare integrata, campagne di prevenzione, prenotazioni di prestazioni sanitarie, supporto terapeutico.
L’ultimo passaggio legislativo risale al 2017 con la Legge di Bilancio 2017, che ha avviato una sperimentazione triennale in nove regioni italiane, volta a testare la remunerazione dei servizi offerti dalle farmacie in ottica di presidio sanitario territoriale.
Tuttavia, ad oggi il gap normativo resta ancora ampio: mancano direttive chiare e trasparenti che permettano alle farmacie di orientarsi pienamente in questo nuovo ruolo.


Il potenziale di questo nuovo modello è indiscutibile. Ma come ogni cambiamento profondo, anche questo comporta sfide complesse.
- Il primo ostacolo, come già detto, è normativo: la mancanza di un protocollo nazionale uniforme rende l’attuazione dei servizi fortemente disomogenea da regione a regione. In alcune aree le farmacie sono già realtà operative evolute, in altre, l’attivazione dei servizi è ancora parziale o assente.
- Un altro punto critico è rappresentato dalla formazione del personale. I farmacisti, pur essendo professionisti della salute, non ricevono durante il loro percorso accademico una preparazione specifica in diritto sanitario o gestione di servizi territoriali. Inoltre, spesso mancano percorsi di aggiornamento strutturati e continui.
- A questo si aggiunge la difficoltà di dialogo con medici di base, ASL e piattaforme digitali regionali. Senza un’integrazione efficace, il rischio è che la farmacia resti isolata e non venga riconosciuta come parte integrante della rete sanitaria territoriale.

Perché questa transizione abbia successo, occorre affrontare un percorso complesso, che tocca diversi ambiti:
- Formazione continua del personale, in ambito clinico, giuridico e digitale;
- Adeguamento degli spazi, per garantire privacy, igiene e accoglienza;
- Investimenti tecnologici, per la telemedicina e l’interconnessione digitale;
- Definizione di protocolli chiari e condivisi tra regioni, ASL e operatori sanitari.